di Giuseppe Longo

Festa dell’Immacolata. A Nimis è tradizione che il dogma istituito da Pio IX l’8 dicembre 1854 venga osservato nella chiesa delle Pianelle che, oltre a essere un famoso santuario mariano – non solo perché a settembre è al centro del solenne Ottavario in preparazione alla ricorrenza della Natività, ma anche perché qui si sono unite in matrimonio tantissime coppie -, conserva un bell’affresco dedicato proprio alla odierna ricorrenza. Si chiama appunto Immacolata Concezione ed è opera di Giacomo Monai, il pittore di Nimis – abitava di fronte alla chiesa di Centa che non c’è più – incaricato già alla fine degli anni Venti del secolo scorso di dare una nuova “veste” al santuario. E di Monai ricorrono i 40 anni dalla morte, avvenuta esattamente il 10 novembre 1978: ho, però, scelto di ricordare l’artista proprio in occasione di questa festività, quella che prelude all’imminente e importante ciclo natalizio.

Immacolata Concezione

Annunciazione

Ma questo è soltanto uno dei quattro grandi quadri delle pareti laterali. Gli altri sono, la Presentazione al Tempio, l’Annunciazione – e domani è la seconda domenica di Avvento, periodo nel quale in Friuli, ma non solo,  c’è ancora l’usanza, ereditata dal Patriarcato di Aquileia, di cantare il “Missus”, il brano del Vangelo di Luca che racconta la visita dell’Angelo a Maria – e l’Assunzione al Cielo, che si celebra il 15 agosto, sempre nel santuario delle Pianelle. Ma di Monai – “Men dal Cogo” per i suoi compaesani – ci sono anche opere minori all’interno della chiesa a navata unica,  oltre alla suggestiva lunetta sotto il pronao con la scena dell’Apparizione della Madonna a due taglialegna del posto, manifestando il desidero di vedere costruita una chiesetta in suo onore.

Presentazione al Tempio

Assunzione al Cielo

Dopo il terremoto del 1976, si era posto il problema se ricollocare al loro posto le “familiari” pitture di Monai – che si erano dovute rimuovere per consentire i lavori di consolidamento antisismico – oppure lasciare alla vista i lacerti cinquecenteschi di Gian Paolo Thanner, molto attivo in Friuli dopo la costruzione del santuario (abbellì anche la chiesetta di Ramandolo). Prevalse  – e dico fortunatamente – la prima soluzione, mentre quello che è stato possibile recuperare dell’artista bavarese è stato posto su dei grandi pannelli che sono conservati nel duomo di Santo Stefano. E la soluzione si è rivelata ottimale, in quanto ha consentito di restituire al santuario delle Pianelle il volto da tutti conosciuto e di dare una nota di colore, oltre a un indubbio contenuto storico – che si somma a quello dello stupendo altare del Meyring – alle austere linee della comparrocchiale.

Ecco tre dipinti del Thanner.

E così sono tornate al loro posto le belle scene della vita della Madre di Gesù che Giacomo Monai dipinse nel 1942, quando monsignor Beniamino Alessio decise di apportare ulteriori migliorie all’edificio sacro: in precedenza, aveva fatto realizzare quattro bei medaglioni con angeli musicanti (tre sono stati salvati) oltre al pregevole affresco del soffitto, che descriveva la Natività di Maria e che è andato irrimediabilmente perduto a causa delle scosse telluriche, a parte piccoli frammenti tra cui mezzo viso d’angelo. Su quest’ultimo particolare desidero soffermarmi perché quello è il volto di mia mamma, Bruna Comelli. Lei ricordava che il pittore l’aveva scelta, assieme ad altre bambine del paese, per rappresentare gli angioletti. Monai era, infatti, solito ritrarre visi reali dei  compaesani. La sua attenzione non era però solo per l’arte sacra, tanto che si dedicava spesso anche alla ritrattistica. E proprio a questo riguardo mia madre rammentava ancora che la raffigurò quindicenne. Purtroppo, il quadro andò bruciato assieme alla sua casa nell’incendio di Nimis del 29 settembre 1944. “Ci avevano dato poche ore – ricordava – per prendere le nostre cose. In quel momento non avevo pensato al quadro, ma all’indispensabile”.
E anche l’importante ciclo di affreschi restò gravemente danneggiato durante l’ultima guerra. Infatti, il 27 settembre 1944 – proprio due giorni prima della distruzione del paese – la chiesa si trovò in mezzo alla battaglia fra partigiani e tedeschi e in più parti fu squarciata dalle bombe. Due anni dopo, terminato il ripristino, lo stesso Monai provvide al restauro delle sue pitture.  E un nuovo, radicale intervento fu appunto necessario dopo il terremoto e venne portato a termine in modo magistrale dall’équipe del restauratore Renzo Lizzi di Artegna. Erano i primi anni Ottanta, quando alla guida dell’antica Pieve di Nimis c’era già l’attuale arciprete, succeduto nel 1984 a monsignor Luigi Murador morto prematuramente, il quale arrivò dopo il ritiro di monsignor Eugenio Lovo. Fu infatti monsignor Rizieri De Tina a organizzare, a lavori finiti, i solenni festeggiamenti per l’inaugurazione del santuario completamente rimesso a nuovo dopo il sisma. Lavori che hanno appunto consentito di restituire alla gente di Nimis, ma anche a tutti coloro che amano la bella chiesa delle Pianelle, gli affreschi di Giacomo Monai.  Che oggi ricordiamo con riconoscenza proprio nel quarantennale della scomparsa.

L’Apparizione della Madonna.

Il soffitto con la Natività distrutto dal sisma. (Foto Fabretti)

E ciò che resta: mezzo viso d’angelo.

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In copertina, Giacomo Monai anziano al cavalletto. (Foto Fabretti)

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